E’ stato da tempo appurato che alcune protesi d’anca, interamente metalliche, possono rilasciare ioni metallici, sopratutto di cromo e cobalto: in particolare i microgranuli di cobalto possono creare una reazione da corpo estraneo, che può determinare lo scollamento della protesi.. In più, il cobalto, è un metallo che, a determinate concentrazioni, può essere tossico, e causare problemi neurologici e gravi dolori muscolari.
In particolare le protesi prodotte dall’azienda “DE PUY”,sono state ritirate già dal 2010 da parte della stessa azienda produttrice, che ha riconosciuto la difettosità e pericolosità delle stesse. In Italia sarebbero stati distribuiti un totale di 5000 pezzi in 160 strutture ospedaliere; ma già dal 2001 studi scientifici internazionali avevano evidenziato l’alto rischio di gravissimi danni che le protesi in cromo-cobalto possono causare.
Sulla base di tale scoperta tutti i sanitari sono stati invitati dall’Azienda produttrice a richiamare i pazienti e sottoporli a dosaggio ematico degli ioni cromo e cobalto, al fine di selezionare i pazienti da indirizzare alla rimozione della protesi: lo stesso ministero della salute il 7.11.2011 Il Ministero della Salute, con la circolare del 7 novembre 2011, comunicava a tutte le strutture sanitarie ed ai medici nonché agli operatori sanitari esecutori di impianti De Puy (modelli ASR e ASRXL) di invitare i pazienti a sottoporsi a programma di follow up, anche al fine di quantificare il danno alla salute subito dagli stessi.
E’ pacifico in questi casi il diritto al risarcimento del danno che passa attraverso un’azione stragiudiziale ed eventualmente giudiziale, previo esame e perizia della situazione specifica per valutare il danno individuale al singolo paziente.