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Malasanità: i settori più a rischio

Secondo alcune stime ogni anno, 320 mila (pari a circa il 4%) subiscono danni o conseguenze (malattie) dovute a errori nelle cure o a disservizi che potrebbero essere evitati. I dati più preoccupanti riguardano i casi di morte. Si stima che le stime tra un minimo di 14 mila a un massimo di 50 mila pazienti muoiono in conseguenza di errori compiuti da medici o provocati da una non adeguata organizzazione delle strutture sanitarie.


L’Associazione dei medici accusati di “malpractice” ingiustamente (Amami) sostiene sia che il numero non supera i 30-35 mila decessi, corrispondenti al 5,5% di tutti i morti registrati in Italia in un anno. Un dato paragonabile a quelli dei maggiori killer: il tumore del polmone e infarto miocardico acuto (31 mila morti all’anno).
Secondo il rapporto Pit (Processo integrato di tutela) Salute 2009 del Tribunale dei diritti del malato le specialità in cui è con le maggiori percentuali di errori sono le seguenti:

  1. ortopedia (17,5%);
  2. oncologia (13,9%);
  3. ginecologia e ostetricia (7,7%);
  4. chirurgia generale e oculistica (5,4%);
  5. odontoiatrica (5,2%)
  6. emergenza e pronto soccorso (2,8%).

 

La prevenzione degli errori sanitari

Il Ministero della Salute osserva  il problema degli errori medici e sanitari in genere. Le misure  adottate per cercare di arginare il problema si affidano soprattutto al monitoraggio di  c.d    “eventi sentinella”, cioè “eventi avversi di particolare gravità, che causano morte o gravi danni al paziente e che determinano una perdita di fiducia dei cittadini nei confronti del Servizio sanitario nazionale”.   L’elenco di questi “eventi sentinella” è dunque uno strumento di prevenzione, indispensabile per riuscire ad imparare dagli sbagli e, quindi, adottare tutte le misure per evitare che in futuro l’errore si ripeta.

 

Lista completa degli “eventi sentinella”:

  1. procedura in paziente sbagliato;
  2. procedura chirurgica in parte del corpo sbagliata (lato, organo o parte);
  3. errata procedura su paziente corretto;
  4. strumento o altro materiale lasciato all’interno del sito chirurgico che richiede un successivo intervento o ulteriori procedure:
  5. reazione trasfusionale conseguente a incompatibilità AB0;
  6. morte, coma o grave danno derivati da errori in terapia farmacologica;
  7. suicidio o tentato suicidio di paziente in ospedale;
  8. violenza su paziente;
  9. atti di violenza a danno di operatore;
  10. morte o grave danno conseguente ad un malfunzionamento del sistema di trasporto (intraospedaliero, extraospedaliero) ;
  11. morte o grave danno conseguente a non corretta attribuzione del codice triage nella Centrale operativa 118 e/o all’interno del Pronto Soccorso;
  12. morte o grave danno imprevisti conseguente ad intervento chirurgico;
  13. ogni altro evento avverso che causa morte o grave danno al paziente.

 

Link e documenti:

Ministero della Salute:  Raccomandazione per la corretta identificazione dei pazienti, del sito chirurgico e della procedura.

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